Mentre pensava, gli venne in mente che era lì per aprire i regli. Lo disse alla
nonna, che glieli porse subito. Il nipote afferrò il primo. Era un pacco rettangolare, non troppo pesante. Cominciò a scartarlo, pensieroso e curioso al tempo stesso.
Sotto la carta si rivelò una splendida macchina tutta incartata! Era proprio ciò che
Emanuele aveva chiesto. E questo lo rattristò.
"E' proprio quello che avevo chiesto" commentò il
bambino un po' deluso.
"Non sei contento?" chiese la
nonna.
"Sì e no. Sono contento perché mi piace, ma pensando a ciò che mi hai raccontato ieri, sono un po' dispiaciuto" disse il
nipote.
"Perché?" domandò la
nonna.
"Perché mi sembra di aver fatto come quando la mamma mi chiede di fare qualcosa e io la faccio perché lei insiste. Non è come quando sono io che faccio per primo" spiegò il
bambino.
"Capisco. Ti sembra di avere un po' obbligato a comprarti questo regalo?"
Emanuele annuì. "Ma in questo caso è diverso! Tu hai chiesto una cosa bella, ma non hai obbligato nessuno! La mamma e il papà ti hanno comprato questo regalo perché ti vogliono bene e vogliono cose belle per te!"
"E' vero! Ho fatto come
Gesù: anche Lui ci ha fatto sapere di sé, ma non ci obbliga a credergli!"
"Esatto!" commentò la
nonna, carezzando il volto del nipote. "Sei proprio un bambino sveglio,
Emanuele!"
Il
nipote arrossì un po', poi sorrise alla
nonna, tutto soddisfatto. A quel punto finì di aprire i regali. Li trovò tutti molto belli, anche se non diede molto peso a ciò che aveva ricevuto, perché continuava a pensare che le persone che avevano comprato quei giocattoli gli volevano bene!
La
nonna, dopo averlo visto scartare i regali, disse al
nipote: "Sai,
Emanuele? Tu hai un nome importantissimo!"
"Perché?" chiese il bambino.
"Sai qual è il significato di
Emanuele?"
"No" rispose il
nipote.
"Vuol dire
Dio con noi!" disse raggiante la
nonna.
"Ma allora sono importante!" esclamò soddisfatto
Emanuele.
"Certo! Ognuno è speciale e ognuno sa fare qualcosa di diverso! Il tuo nome, poi, ci ricorda che non siamo soli!"
Il
nipote era entusiasta di questa scoperta! Era il
Natale più bello che avesse mai vissuto. Sentiva che c'erano molte cose che non capiva, molte domande che voleva fare, e sapeva che la
nonna avrebbe risposto ad ognuna di queste, e che gli avrebbe spiegato tante, tante cose!
Emanuele sapeva di dover portare pazienza, e così fece. Attese e crebbe. Ogni fine settimana la
nonna gli raccontava una nuova storia, e lui imparava sempre di più.
Ogni domenica imparò ad andare a trovare
Gesù. Imparò a salutarlo col segno di croce; imparò il nome del luogo in cui c'era
Gesù; imparò a seguire la Messa e conobbe la storia di
Gesù.
Passarono gli anni ed
Emanuele allargò il suo sguardo. Capì che il mondo era bello ed era grande. Capì che non tutto andava sempre per il verso giusto. Capì che alcune domande non avevano una sola e unica risposta.
Imparò che fare esperienza era il modo migliore per cercare la verità, e capì che per conoscere
Gesù bisognava vivere e amare.
Emanuele conobbe anche la morte, la perdita, quando sua
nonna, troppo anziana, lo lasciò. Pianse, conobbe il dolore e il vuoto, ma si riscattò, ricordando ciò che gli aveva detto la
nonna.
Crebbe ancora e divenne uomo. Incontrò una donna e si sposò. Visse una amore grande, ebbe dei figli ed infine dei nipoti. Fino alla fine cercò di dare ai cari che amava lo stesso amore che gli aveva mostrato la
nonna, e che sapeva venire da
Gesù.
Ora apri gli occhi e ammira:
il mondo è come prima?
Se nulla è cambiato,
io ho fallito.
Ma se anche un solo sasso
non è più lo stesso,
allora, se puoi, raccoglilo adesso:
è un primo passo
verso l'Amore perfetto.