mercoledì 29 aprile 2009

Notte di stelle

Notte di stelle
lampeggianti e supreme,
vegliano su noi,
che giochiamo tra sussurri marini,
mentre l'irrazionale insinua,
nel cuore incerto
del ragazzo sicuro,
baratri infiniti.


lunedì 27 aprile 2009

Spettacolo in casa di riposo

Domenica 26 aprile: una di quelle giornate in cui arrivi a sera e hai l'impressione di aver vissuto tre giornate in una! Al mattino, malato, sono stato in casa. Al pomeriggio sono andato in casa di riposo per rappresentare il Mago di Oz 2 agli anziani. Alla sera, in casa a riposarmi guardando un film, pensando che la giornata è stata davvero intensa!
Ma concentriamoci sul pomeriggio. Con la pioggia (e io con la febbre...) abbiamo caricato i materiali di scena e siamo andati nella casa di riposo S. Petronio élite.
Gli anziani, al solo vederci, erano entusiasti! "Siete bravissimi!", ci dicevano!
Dopo un momento di preparazione, abbiamo tutti indossato il costume e siamo andati in scena. Si prospettava dura. Io, se devo essere sincero, ero un po' preoccupato. Già non stavo bene e tra il caldo della febbre e il caldo della casa di riposo, mi sentivo abbastanza male. Poi ero preoccupato un po' per la riuscita dello spettacolo. Immaginavo che gli anziani avrebbero sicuramente commentato ad alta voce e un po' temevo fosse troppo lungo per loro. Ho cercato, però, di non pensarci troppo e di concentrarmi sulla parte.

Beh...abbiamo iniziato, e la prima parte dello spettacolo si è rivelata forse un po' noiosa e confusa. Effettivamente non avendo visto il primo Mago di Oz, gli anziani forse non hanno capito proprio tutto. Comunque abbiamo proseguito. Ero sicuro che appena fosse cominciata un po' di azione tutti si sarebbero divertiti di più!

Arrivati alla scena del tè il ritmo comincia a salire! A questo punto, però, i commenti si erano già fatti sentire. Non so cosa ne abbiamo pensato gli altri, però io personalmente ho trovato strano aver a che fare con questa situazione. Forse data l'esperienza, penso di non aver avuto problemi a non dar troppo peso ai commenti, anzi a prenderli anche un po' sul ridere. In ogni caso ho cercato di non lasciarmi coinvolgere, così da non compromettere anche la mia interpretazione. Da questo punto di vista mi è sembrato che non tutti siano stati in grado, infatti ci sono stati un po' di problemi...

Sarà stata la poca voglia, saranno state le poche prove, sarà stato il fatto che era la terza volta che mettevamo in scena questo spettacolo, però, ho sentito un po' un calo. Le risate finali, non ricordarsi tutte le battute...Difetti non gravi visto che lo spettacolo è stato comunque un successo! Gli anziani hanno passato una domenica pomeriggio nuova, diversa, con un po' di movimento insieme a noi giovani! Forse non avranno capito tutto, ma hanno riso e hanno passato del tempo in compagnia!

Io, però, non riesco a fare a meno di pensare che lo spettacolo non è molto riuscito. Forse sono io che mi preoccupo troppo, o forse sono io che sono troppo esigente, non lo so. Però, una cosa la so. Sento di aver imparato molto da questa esperienza. Sento che se ripeteremo questa esperienza (e sono molto fiducioso in questo), sicuramente faremo molto meglio!

sabato 11 aprile 2009

Buona Pasqua!

Ormai è Pasqua! Il momento tanto atteso, dopo il lungo periodo della Quaresima è vicinissimo. Ieri, venerdì santo, è stato un giorno davvero particolare. Un giorno in cui, a mio modo, ho vissuto anche io un mio Calvario. Non come altre persone, penso alle vittime del terremoto in Abruzzo, ma sicuramente ho faticato per raggiungere un punto d'arrivo. Mi spiego. Il don mi aveva chiesto di preparare una sacra rappresentazione con i ragazzi del gruppo medie e superiori. Non credevo che ce l'avremmo fatta così bene, ma fortunatamente mi sbagliavo.
La rappresentazione si svolgeva così: durante la lettura di un testo, le scene della passione di Gesù venivano rappresentate dagli attori dietro un telo bianco, proiettandone le ombre grazie a un faretto.
Le prove sono state poche. Ne avremo fatte 5, di cui 4 ieri pomeriggio! L'abbiamo rappresentata con il timore che ci si sbagliasse, ma per fortuna non ci sono stati errori particolari. Le persone in chiesa sono state molto colpite e contente. Anche il don si è molto complimentato.
Io vi racconto questo principalmente per due motivi. Il primo vorrei ringraziare alcune persone, siccome non l'ho potuto fare bene ieri. Grazie a Seba, per i suggerimenti, l'aiuto e l'arpeggio, a Marco per l'arpeggio improvvisato all'ultimo momento (scusate se non siete riusciti a guardarvela, siccome avete suonato), a Giuly, Uli, Lisa, Ita, Mattia, Matteo, Pol e Steve per la pazienza, la concentrazione e la disponibilità, a Tommy per il faretto!
Secondo motivo per cui ho scritto questo post, è perché ci tenevo a riportare il mio testo, che, secondo me, letto in silenzio e personalmente può dare di più di quanto non dia in una lettura ad alta voce. Spero sia così.
Ultima cosa, prima di lasciarvi al testo: il crocifisso che vedete è stato fatto da Seba. Per informazioni vi indico il suo blog in cui parla del suo lavoro sulle icone: Eikonographia.


1.

In questo giorno santo, o Gesù,
ci riuniamo per celebrare la tua Passione.
Ci hai lasciato Te stesso nell'ultima Cena,
l'Eucaristia hai istituito. Hai preso il pane,
pronunziasti la benedizione e lo spezzasti, per saziar la nostra fame.
Poi l'hai spartito, dicendo: "Prendete e mangiate;
questo è il mio corpo". Così ci nutri.
Allo stesso modo, hai preso il calice, hai reso grazie,
e ce l'hai donato dicendoci: "Bevetene tutti,
perché questo è il mio sangue dell'alleanza,
versato per voi, versato per molti, versato per tutti,
in remissione dei peccati". Così ci disseti.
All'istituzione di questo Mistero, però,
hai annunziato che ti avrebbero tradito.
Qual terrore provarono gli apostoli, nel pensar:
"Sono forse io?", tranne uno, che in cuor suo, sapeva.

2.

Ti dirigesti verso il monte degli ulivi,
e, lungo la strada, hai messo in guardia i tuoi discepoli,
dicendo loro: "Stanotte vi scandalizzerete a causa mia.
Sta scritto, infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore.
Ma" aggiungesti rassicurante, "dopo la risurrezione,
vi precederò in Galilea". Queste parole scossero i discepoli.
Pietro per primo reagì: "Mai mi scandalizzerò,
anche se tutti lo facessero". E tu,
a queste parole incoraggianti, rivelasti a Pietro
cosa lo aspettava, sicuro che poi egli si sarebbe pentito.
"In verità ti dico, Pietro, questa notte,
prima che il gallo canti, tre volte mi rinnegherai".
E il discepolo, mostrandosi forte rispose così:
"Anche se la morte mi dovesse attendere insieme a te,
io non ti rinnegherò".
E così al Getsemani giungeste.

3.

Qui vegliasti con i tuoi discepoli, perché
nell'animo, profonda fino alla morte, la tristezza era in Te.
Cercasti conforto nei tuoi discepoli, nella loro compagnia,
e nel pregare: "Passi, Padre mio,
questo doloroso calice da me, se è possibile.
Però" - e qui si rivela la tua grandezza
e il tuo immenso Amore - "non come voglio io,
ma come Tu vuoi, Padre mio". Tornasti dai discepoli.
Li trovasti addormentati, e questo, forse, ti rattristò.
"Vegliate e pregate, perché lo spirito è pronto,
ma la carne è debole". Così li esortasti, e tornasti a pregare.
"Padre mio" chiamasti, "se questo calice non si può allontanare,
allora sia fatta la tua volontà". E fin da qui,
la tua croce ti caricasti. Tornasti, poi, nuovamente dai discepoli,
che sempre dormivano. Così tornasti e per la terza volta pregasti.
Infine, sino al momento del tuo arresto, riposar li lasciasti.

4.

Ed eccolo arrivar, seguito da folla con bastoni e spade.
Ecco uno dei dodici, Giuda l'Iscariota, avanzare.
Chissà se gli sguardi mai s'incrociarono in quelle strade.
"Salve, Rabbì", ti disse il discepolo nell'arrivare.
Un bacio ti diede: ecco il segnale del tradimento.
Un gesto soave, oggi d'amore, si tramutò, allora, in uno d'orrore!
E senza aspettare, la folla ti fu addosso in un momento.
Un discepolo, allora, pose mano alla spada e un uomo ferì.
Tu lo fermasti e gli ricordasti, delle Scritture l'adempimento.
Senza reagire ti cattuararono e nel sinedrio ti portarono,
dal sommo sacerdote Caifa, ti presentarono.
Testimonianze si susseguirono, ma solo il silenzio provocarono.
Caifa, ormai stanco, disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente,
perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio".
"Tu l'hai detto" gli hai risposto, ma egli non comprese.
"Ha bestemmiato!" Gridò, lacerandosi le vesti.
"Reo di morte!" Gli rispose la folla consenziente,
deridendoti in ogni frangente.

5.

Intanto da lontano, Pietro aspettava,
fino a che un uomo disse, mentre lo indicava:
"Anche tu eri con Gesù il Galileo, anche tu!"
E la paura che lo prese, gli fece negare.
Allontanandosi timoroso, una serva lo incontrò,
e guardandolo in volto a tutti gridò:
"Costui era con Gesù, il Nazareno".
Ancora una volta la paura l'abbracciò.
E mentre sedeva tra i presenti, la folla s'avvicinò,
e gli dissero: "Tu sei uno di quelli".
Per la terza volta il coraggio non bastò,
per riuscire a non dire la parola no.
E tra lacrime amare, il gallo cantò.

6.

Venuto il mattino, ti condussero davanti a Pilato.
La folla premeva, perché il giudizio fosse emanato.
Il governatore incerto pensava,
e con cautela ti domandava:
"Sei tu il re dei Giudei?"
"Tu lo dici", la risposta arrivava.
Pilato, confuso e insicuro, chiese alla folla chi liberare.
A Pasqua un criminale si soleva rilasciare.
"Gesù o Barabba?", cominciò a domandare,
e un unico coro, si sentì levare:
"Barabba, Barabba!"
Pilato, indeciso, prese dell'acqua, e le sue mani si lavò.
"Non sono responsabile di questo sangue" affermò,
"vedetevela voi" sentenziò.
E così la folla ti giudicò,
e in croce ti mandò.

7.

Così, stanco e torturato, della croce ti caricarono.
La strada era lunga e in salita, ma mai ti sei arreso.
Il tuo Amore senza misura: odiato, incompreso e calpestato.
Non stupisce se tre volte sei caduto:
ci meravigli la forza immensa che ti ha sostenuto,
che hai resistiro all'urto incessante e implacabile
della nostra malvagità.
Qualcuno, però, soffriva con te,
e sentiva quasi strapparsi la vita da sé.
Maria, madre amorevole,
mistero di gioia e dolore.
Un rapido sguardo è ciò che è concesso,
ma ciò che vi passa si chiama Eterno.
Quando le forze, ormai ti abbandonano,
ed anche i soldati se ne avvedono,
un tale che passa costringono:
Simone di Cirene, uno straniero, uno sconosciuto:
egli ti aiuta, costretto, obbligato,
ma sicuramente compassionevole.

8.

Infine il percorso del Calvario è terminato,
e al luogo del Cranio sei arrivato.
Lì, di tutto ti hanno spogliato:
rinunci a scolparti, Tu, l'Innocente,
rinunci a difenderti, Tu, l'Onnipotente,
rinunci alla vendetta, Tu, il Terribile,
rinunci a essere compatito, Tu, il Pietoso,
rinunci a morire in pace, Tu, il Pcifico,
rinunci alla vita, Tu, il Vivente,
rinunci al vestito, Tu, che vesti il mondo di ogni creato.

9.

Ed eccoti in croce.
La sofferenza si fa sempre più feroce.
Fino all'ultimo ti hanno deriso.
Chi ti guardava ti oltraggiava,
e senza ritegno ti provocava:
"Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce".
Ma nessuno realmente capiva.
Accanto a te, ai tuoi piedi,
stavano tua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala,
insieme al discepolo che amavi.
Vedendolo hai detto a tua madre:
"Donna, ecco il tuo figlio!"
ed al discepolo: "Ecco la tua madre!"
Poi, con gli ultimi respiri, ti sei rivolto al Padre:
"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"
Quest'ultimo grido ci richiama alla croce e al peccato:
Tu sei morto per noi, e hai preso su di te ogni colpa.
Ma, anche inchiodato a quel legno,
senza possedere nulla,
hai libero il cuore e la testa,
e ancora ci perdoni e ci salvi.
E, mentre i soldati inzuppavano una spugna d'aceto per darti da bere,
spirasti.

10.

Guardandoti, un uomo, un centurione, capì.
Ti vide, spoglio, sporco e ferito, e capì.
Ti osservò così come ti osservarono altri.
Non ebbe un segno in più.
Ebbe solo l'umiltà e la capacità di credere
e poter esclamare:
"Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!"

11.

Un soldato, prima di portare via il tuo corpo,
conficcò la punta della sua lancia nel tuo costato,
e subito ne uscì sangue e acqua:
Eucaristia e Battesimo,
sacramenti simboli della nuova chiesa,
nuova Eva che nasce dal nuovo Adamo.

12.

Un membro del sinedrio, Giuseppe d'Arimatea,
andò da Pilato, con grande coraggio,
e il tuo corpo gli domandò.
Il governatore glielo lasciò,
e così Giuseppe da te si recò.
Con lui venne anche Nicodemo.
Ti presero, e dolcemente ti calarono.
Con oli e bende ti avvolsero,
e al tuo sepolcro ti posero.
Infine, rotolando una pietra,
la tomba chiusero.
Tutto è finito, tutto è compiuto.