mercoledì 28 ottobre 2009

Emanuele (terza parte)

Al mattino, al suo risveglio, Emanuele si preparò subito, e una volta pronto, andò dalla mamma, chiedendole a che ora sarebbe passata la nonna.
La mamma, stupita della domanda, chiese al figlio se avesse già aperto i regali. Fu solo in quel momento che Emanuele si rese conto che era il giorno di Natale e che aveva ricevuto dei regali!
Stava per correre ad aprirli, quando gli venne un'idea. Decise di non aprirli e di aspettare la nonna, che sarebbe arrivata verso metà mattina.
Quando finalmente arrivò, Emanuele le si lanciò tra le braccia salutandola e rinnovandole gli auguri. La nonna subito gli chiese che regali avesse ricevuto e fu notevolmente sorpresa di scoprire che non li aveva ancora aperti.
"Come mai?" chiese la nonna.
"Ho pensato che se oggi è il compleanno di Gesù, e dopo andiamo a trovarlo, allora sarà felice di vedermeli aprire. Magari potrei dividerli con Lui!" disse entusiasta Emanuele.
La nonna era piacevolmente stupita: il nipote aveva mostrato un grande amore e un grande interessamento! Per premiarlo decise di accompagnarlo subito in chiesa.
Emanuele, dopo essersi preparato e aver preso i suoi regali da aprire davanti a Gesù, uscì con la nonna. Entrambi salirono sulla macchina guidata dal nonno. Fu un viaggio breve, anche se ad Emanuele sembrò molto più lungo, per via della sua impazienza!
Appena scese dal veicolo, il bambino alzò lo sguardo verso l'imponente edificio. Era molto grande e molto bello, anche se davvero strano. Le finestre erano molto alte e riempivano la parte superiore della chiesa. Guardandole, Emanuele si chiese quanti piani avesse la chiesa.
Il suo sguardo, poi, si spostò verso il basso, dove vide tre ingressi. Due più piccoli da cui entravano e uscivano le varie persone, e uno molto grande, composto da due porte, che era chiuso.
Seguendo poi i contorni dell'edificio, il bambino si perse ad osservare le statue e le decorazioni sulla facciata della chiesa. Erano molto belle e misteriose agli occhi di Emanuele, il quale non sapeva che cosa rappresentassero.
Mentre era perso a guardare, fu distratto dal limpido suono di una campana. A quel punto alzò lo sguardo più in alto di quanto avesse fatto prima, e vide un'imponente torre, da cui si intravedeva la campana sbattere a ritmo.
La nonna, divertita dalla faccia sbalordita del bambino, cominciò a spiegare che quello che stava osservando era il campanile e che la campana suonava perché era giorno di festa.
Il bambino era al settimo cielo! "E devo ancora entrare!" pensò Emanuele.
La nonna gli prese la mano e lo accompagnò verso l'ingresso. Mentre salivano i gradini, il nipote si fermò e disse alla nonna: "Pensi che piacerò a Gesù?"
"Assolutamente!" rispose la nonna con sicurezza.
I due ripresero a salire i gradini. Emanuele era molto emozionato di incontrare Gesù. Appena entrati, il bambino si lasciò sfuggire un'esclamazione di stupore. La chiesa aveva un solo piano, e il soffitto era davvero altissimo! Sembrava quasi alto come il cielo, agli occhi di Emanuele. Non aveva mai visto niente di così alto!
Dopo essersi perso un po' col naso all'insù, il bambino si guardò attorno. Oltre alle numerose sedie, vide che la chiesa era decorata da dipinti, statue e strane costruzioni, che non aveva mai visto.
Infine notò al centro della chiesa, dalla parte opposta dell'ingresso, un tavolo: non era di metallo, né di legno. Secondo Emanuele doveva essere di pietra. Dietro al tavolo, che scoprì chiamarsi altare, vide una magnifica costruzione dorata. Era molto bella, e non sapeva né come chiamarla, né come descriverla. A quel punto chiese soccorso alla nonna.
"Quello è il luogo in cui c'è Gesù!" spiegò la nonna.
A queste parole Emanuele rimase deluso. "Come può essere lì dentro? Non ci starei nemmeno io che sono un bambino!" ribatté il nipote.
"Forse dimentichi un particolare..." disse la nonna saggiamente.
"Quale?" domandò il bambino.
"Ti ricordi quando ti ho detto che Maria e Giuseppe erano vissuti ai tempi dell'impero romano?" ricordò la nonna.
"Sì, mi ricordo..." rispose Emanuele. Poi, illuminandosi, aggiunse: "Ma, se è così, come può essere ancora vivo Gesù?"
"E' proprio questa la sua grandezza! Gesù è ancora vivo, anche se non è visibile con i nostri occhi" spiegò la nonna.
"Allora è invisibile?" domandò innocentemente il nipote.
"Devi sapere che, quando Gesù è diventato grande, dopo aver fatto tante cose, dopo aver fatto ciò che gli aveva detto di fare Dio, suo Padre, è tornato in cielo! E' comunque tra noi, anche se è nascosto! E' in te, è in me, è in ogni persona. E' nel prossimo!" cercò di chiarire la nonna.
"E' difficile, nonna!" protestò Emanuele.
"Lo so, lo so. Non ti preoccupare se non capisci. Hai tanto, tanto tempo davanti a te per capire. Intanto ricorda che Gesù è vivo, e lo possiamo incontrare negli altri e qui, in chiesa, in quel punto" disse la nonna, indicando la costruzione dietro l'altare, che aveva un nome lungo e difficile, che il bambino non riuscì a memorizzare.
Emanuele si concentrò su quel punto e notò due cose. La prima era una bella candela rossa, più grande delle altre e unica: nessun'altra candela era simile a quella. La seconda cosa che notò, era il fatto che chiunque fosse in quella chiesa, quando si fermava, si voltava verso quel punto. Molti facevano uno strano gesto con le mani, toccandosi la fronte e le spalle, che Emanuele non conosceva. Oltretutto molti si mettevano in ginocchio: alcuni restavano in quella posizione, mentre altri si rialzavano subito.

Conclusione fra una settimana...

6 commenti:

Sebastian ha detto...

Sì ma che genitori degeneri che ha questo bambino! Com'è possibile che non sia mai stato in una chiesa?!
E certo è un bambino atipico anche perché non è mica facile resistere tanto ad aprire i regali di natale...
Beh, certo, immagino che rappresenti l'innocenza di un'anima pura, ancora da plasmare. Sono curioso di vedere come e se alla fine riuscirà ad incontrare davvero Gesù.

Francesco ha detto...

Immaginavo che qualcuno prima o poi avrebbe fatto questa obiezione. So che sembra strano e non verosimile. Prendetela come una storia, un racconto, una sorta di fiaba in cui quello che succede non necessariamente è uguale alla realtà, ma vuole essere più simbolico.
Spero che la conclusione vi piaccia! :)

Lisa ha detto...

Complimenti Francesco. Ancora! Davvero non ci capisco nulla nel modo di scrivere e non mi interessa se questo bambino è atipico ahahaha come direbbe Seba.
L'importante è che tu con le tue storie affascini sempre e sono ben felice di dirtelo.
Quindi bravo continua così, cono ansiosa di leggere la conclusione.

Sebastian ha detto...

Ma la mia non era mica una critica! E' chiaro che è una fiaba, che si serve di situazioni più simboliche che verosimili. E' questo il bello!
D'altronde l'avevo scritto:

"Beh, certo, immagino che rappresenti l'innocenza di un'anima pura, ancora da plasmare."

Comunque anch'io sono curioso di sapere come continua (ah, già, avevo scritto anche questo!)...

Paolo ha detto...

Le maestosità delle chiese è una cosa che a me personalmente impressiona molto sopratutto quando tu vieni da una chiesetta piccola come la nostra, ma sopratutto le cose al suo interno di molte cattedrali e chiese sono piene di storia. complimenti ancora aspetto la fine ^^ .

ita ha detto...

che bello vedere la reazione di Emanuele davanti a questo..è bello vedere la sua gioia..la sua impazienza di scoprire e di imparare tutto.. x lui è tutto nuovo e tutto da scoprire..

bello bello